La Divina Commedia. L'Opera
22 novembre a Roma |
Uno spettacolare evento musicale ideato dal maestro monsignor Marco Frisina che verrà proposto in anteprima mondiale a Roma il prossimo 22 novembre per poi proseguire in una lunga tournée italiana e toccare successivamente le più importanti capitali europee, "La Divina Commedia. L'Opera", il capolavoro di Dante Alighieri, per la prima volta proposta in chiave musicale, con brani per i quali il maestro Frisina si è ispirato sia alla tradizione operistica e melodica italiana, sia ai vari generi musicali più moderni, dai canti gregoriani e la polifonia rinascimentale sino al blues, al rock e al tango. Due ore di spettacolo in cui proprio attraverso i vari generi musicali il maestro Frisina riesce a raccordarsi con il testo letterario dantesco, quasi sempre originale, realizzato con un cast tutto italiano, che sarà rappresentato in un teatro-tenda appositamente concepito, che potrà accogliere sino a 2500 spettatori, con un imponente palco di ben 24 x 24 metri ed un anello girevole di 18 metri di diametro: una tendo-struttura che verrà spostata in tutte le città che saranno toccate dalla tournée, proprio per mantenere la stessa unità scenica in ogni rappresentazione.
24 cantanti-attori, 24 ballerini, 10 acrobati e 20 comparse, 600 costumi, in uno spettacolo per la regia di Elisabetta Marchetti e Daniele Falleri, con proiezioni di Paolo Miccichè, immagini che si trasformano una nell'altra, tridimensionali, centinaia di cambi scena a vista: grandi suggestioni che conferiscono all'Opera un aspetto visionario, con immagini tratte dalle illustrazioni di Gustavo Dorè e dell'arte italiana, con il supporto di giochi di luci a cura di Maurizio Montobbio: il cast si avvale anche del premio Oscar Carlo Rambaldi che propone gli effetti del grande schermo in teatro con creature fantastiche di grande impatto emozionale, Aletto, Tesifone, Megera, Lucifero e la figura e il carro del Grifone; le spettacolari ed acrobatiche coreografie sono affidate ad Anna Cuocolo, che ha saputo coniugare la grande drammaticità e la tradizione con quella modernità e fisicità che lo spettacolo richiede. Libretto di Gianmario Pagano.
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